lunedì, 15 novembre 2021

AMBASSADOR'S WAY: TIZIANA CAPPIELLO

Tiziana Cappiello ha un tono di voce rassicurante, dolce. Ma è una ragazza decisa, che fa un mestiere duro, come duri sono i lavori che hanno alle spalle centinaia di anni di affinamento artigianale e fatica.

Tiziana Cappiello non fa, è una pizzaiola. Una pizzaiola estremamente moderna.
Tiziana Cappiello ha un tono di voce rassicurante, dolce. Ma è una ragazza decisa, che fa un mestiere duro, come duri sono i lavori che hanno alle spalle centinaia di anni di affinamento artigianale e fatica.

Tiziana Cappiello non fa, è una pizzaiola. Una pizzaiola estremamente moderna.
Tiziana Cappiello, ci racconta i suoi inizi?

«Sono figlia di un pizzaiolo, per cui sono cresciuta davanti al forno a legna. Ho imparato guardando, senza mai pensare, però, che quello sarebbe potuto essere il mio futuro».

Come mai?

«Perché avevo intrapreso tutto un altro percorso scolastico. Prima il Liceo Scientifico e poi l'Università, ramo biotecnologie mediche. Poi, sarà stato il richiamo delle mie radici, ho cominciato ad appassionarmi agli studi sull'alimentazione. Su come i lieviti influiscono sul cibo che consumiamo».

Un ritorno scientifico agli impasti insomma.

«Sì, in un certo senso. Cucinavo, e in quel modo testavo i miei studi. Comprendevo che il famoso “si fa così e basta” aveva anche delle basi scientifiche. E sempre su quella base scientifica ho cominciato a modificare la tradizione. Divoravo libri sulla panificazione e sulla pizza».
Tiziana Cappiello, ci racconta i suoi inizi?

«Sono figlia di un pizzaiolo, per cui sono cresciuta davanti al forno a legna. Ho imparato guardando, senza mai pensare, però, che quello sarebbe potuto essere il mio futuro».

Come mai?

«Perché avevo intrapreso tutto un altro percorso scolastico. Prima il Liceo Scientifico e poi l'Università, ramo biotecnologie mediche. Poi, sarà stato il richiamo delle mie radici, ho cominciato ad appassionarmi agli studi sull'alimentazione. Su come i lieviti influiscono sul cibo che consumiamo».

Un ritorno scientifico agli impasti insomma.

«Sì, in un certo senso. Cucinavo, e in quel modo testavo i miei studi. Comprendevo che il famoso “si fa così e basta” aveva anche delle basi scientifiche. E sempre su quella base scientifica ho cominciato a modificare la tradizione. Divoravo libri sulla panificazione e sulla pizza».
Ed è tornata al suo locale di famiglia, “Il balcone” di Minervino Murge.

«Esattamente. Ho scoperto che l'innovazione è sempre culturale, così come la divulgazione. Parlare con i clienti, spiegargli i processi di creazione, il valore di una farina meno raffinata. Dire loro con semplicità perché dovrebbero preferire un prodotto creato con una farina al germe di grano. Ecco la piccola rivoluzione de “Il balcone”».

Ma il suo è stato un approccio anche comunicativo. Ha saputo utilizzare parecchio i social network.

«Sì, ho iniziato con dei video. Notavo che mi seguivano e ho proseguito per gioco. Poi un po' alla volta ho alzato l'asticella, spiegando come si fa una pizza con la biga, con il lievito madre ecc.».

Quanto influiscono secondo lei i social nella diffusione della cultura culinaria?

«Tantissimo a livello nazionale e internazionale. Ma le faccio un esempio su quanto possano essere efficaci anche in un piccolo territorio come quello di Minervino Murge, in cui sono poche le persone che si espongono: inizialmente c'era un po' di diffidenza, che ben presto ha lasciato spazio alla curiosità».
Ed è tornata al suo locale di famiglia, “Il balcone” di Minervino Murge.

«Esattamente. Ho scoperto che l'innovazione è sempre culturale, così come la divulgazione. Parlare con i clienti, spiegargli i processi di creazione, il valore di una farina meno raffinata. Dire loro con semplicità perché dovrebbero preferire un prodotto creato con una farina al germe di grano. Ecco la piccola rivoluzione de “Il balcone”».

Ma il suo è stato un approccio anche comunicativo. Ha saputo utilizzare parecchio i social network.

«Sì, ho iniziato con dei video. Notavo che mi seguivano e ho proseguito per gioco. Poi un po' alla volta ho alzato l'asticella, spiegando come si fa una pizza con la biga, con il lievito madre ecc.».

Quanto influiscono secondo lei i social nella diffusione della cultura culinaria?

«Tantissimo a livello nazionale e internazionale. Ma le faccio un esempio su quanto possano essere efficaci anche in un piccolo territorio come quello di Minervino Murge, in cui sono poche le persone che si espongono: inizialmente c'era un po' di diffidenza, che ben presto ha lasciato spazio alla curiosità».
Anche sulla base della comunicazione e dei programmi di divulgazione tv, non trova che la clientela oggigiorno sia molto più esigente?

«Assolutamente sì. La clientela è molto più orientata verso un prodotto di qualità e sa riconoscerla. Sono anche più attenti alla salute e alla sostenibilità. Oggi, se vuoi lavorare devi farlo bene, altrimenti i tavoli si svuoterebbero rapidamente».

Ora una domanda da biochimica quale lei è: la linea Origine Molino Casillo contiene il germe di grano. Quali sono i suoi vantaggi per la salute?

«Posto che tutto quello che mangiamo ha un impatto a livello organico, conoscere il funzionamento della biochimica ci permette di lavorare per creare pietanze che vadano a influire positivamente sull'organismo. Il germe di grano inserisce ecofattori nella nostra dieta ed è ricco di vitamina E. Chiude un ciclo, e ritrovare questi aspetti in una farina vi assicuro che è qualcosa di eccezionale».

Dunque immagino che tra le farine Molino Casillo consiglierebbe la linea Origine con germe di grano?

«Certamente sì. Per avere una maggiore stabilità con queste farine, poi, consiglierei di fare un'autolisi di un'ora, perché dà più corpo e struttura all'impasto finale e un migliore sviluppo in forno».
Anche sulla base della comunicazione e dei programmi di divulgazione tv, non trova che la clientela oggigiorno sia molto più esigente?

«Assolutamente sì. La clientela è molto più orientata verso un prodotto di qualità e sa riconoscerla. Sono anche più attenti alla salute e alla sostenibilità. Oggi, se vuoi lavorare devi farlo bene, altrimenti i tavoli si svuoterebbero rapidamente».

Ora una domanda da biochimica quale lei è: la linea Origine Molino Casillo contiene il germe di grano. Quali sono i suoi vantaggi per la salute?

«Posto che tutto quello che mangiamo ha un impatto a livello organico, conoscere il funzionamento della biochimica ci permette di lavorare per creare pietanze che vadano a influire positivamente sull'organismo. Il germe di grano inserisce ecofattori nella nostra dieta ed è ricco di vitamina E. Chiude un ciclo, e ritrovare questi aspetti in una farina vi assicuro che è qualcosa di eccezionale».

Dunque immagino che tra le farine Molino Casillo consiglierebbe la linea Origine con germe di grano?

«Certamente sì. Per avere una maggiore stabilità con queste farine, poi, consiglierei di fare un'autolisi di un'ora, perché dà più corpo e struttura all'impasto finale e un migliore sviluppo in forno».

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